Spumante? No, grazie

Dopo diciassette anni poteri finanziari internazionali hanno tolto dalla copertina “Italia” la sola faccia di Berlusconi, mentre tutto il suo resto (interessi economici, controllo dell’informazione, illeciti e collusioni) non soltanto si mantiene ma può anche rafforzarsi, in una contrattazione sempre aperta che al paese non viene raccontata ma che si può immaginare.

Né le piazze, stremate dalla crisi e dalle tattiche repressive d’ordine pubblico e media, né i partiti non al governo (che, salvo piccole e isolate eccezioni, hanno garantito lunga vita a un sistema clientelare, affaristico e antidemocratico) hanno liberato l’Italia. Anzi, proprio i partiti ci stanno consegnando a una strettissima nomenclatura bancaria, cioè esattamente a chi ha prodotto la crisi.

Può davvero salvarci chi ci ha scavato la fossa? E con quali miracolose ricette di equità? Si è vista mai una banca che taglia il patrimonio ai suoi migliori clienti?

Non ci saranno i partiti a orientare o mitigare i sacrifici che verranno ulteriormente imposti a una base sociale già da tempo in grande difficoltà, per il semplice fatto che i partiti, responsabili di questo disastro ciascuno per la sua quota in Parlamento e nelle gestioni locali, oggi sono ancora più impegnati a sopravvivere tra pseudorappresentanze, portafogli clienti, vantaggi e prebende varie, perchè la crisi minaccia anche loro.

Accanto all’emergenza sociale, quella democratica richiederebbe innanzitutto di non sostituire con agghiacciante disinvoltura soluzioni “tecniche” a un vuoto di responsabilità politica altrettanto agghiacciante. Chi sta decidendo le sorti del nostro paese? Chi mai sottoporrà al giudizio di tutti i cittadini lo scambio di “letterine” tra l’Unione europea e Berlusconi, le trattative di Napolitano con Berlusconi e Monti, i ricatti indicibili posti sui vari tavoli, le promesse, e via così? Chi presenterà al paese un piano di risanamento che vada oltre l’iniqua legge di stabilità, fatta da Berlusconi con la benedizione di tutti un attimo prima di ritirare la sua faccia, chiedendo a ciascuno di noi di esprimersi su quello che sarà la nostra vita quotidiana nei duri anni che verranno? Abbiamo visto com’è finito il referendum in Grecia (non si farà) e stiamo vedendo come vengono emarginate e demonizzate opinioni e stategie alternative sul debito.

L’unica, grande speranza rimane quella che i movimenti un giorno si uniscano, per riprendersi la politica e mandare a casa tutti i partiti. Se verrà quel giorno, veramente potrò dire che l’Italia è stata liberata. Intanto, a chi oggi festeggia e mi offre spumante ignorando quello che sta succedendo e che succederà, io rispondo: no, grazie.

P.S. Anche se non conosco personalmente l’autore, rinvio a un articolo sull’ipotesi Monti che con equilibrio e chiarezza esprime contenuti che mi sento in gran parte di condividere.

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