Insieme alla Fiom

Lo sciopero e la manifestazione della Fiom di oggi non riguardano soltanto i metalmeccanici ma tutti coloro che, singolarmente o uniti in movimenti, abbiano a cuore la democrazia e la giustizia sociale in questo paese. C’è una distanza ormai abissale tra le istituzioni (svuotate, corrotte, al servizio di interessi economici e finanziari di infime minoranze) e la stragrande maggioranza dei cittadini, a cui sono sottratte risorse e tutele in nome di una crisi di cui non sono responsabili.

Si scrive crisi ma si legge fallimento del neoliberismo, che per salvarsi presenta il conto a tutti tranne che a se stesso. In quel conto c’è la sospensione dei diritti nei luoghi di lavoro ma anche la militarizzazione di territori a difesa di opere dannose, ci sono l’umiliazione della sovranità nazionale insieme alla disattivazione (temporanea?) della partecipazione e della rappresentanza democratica. In quel conto ci sono piaghe che si allargano contaminandosi a vicenda: disoccupazione e criminalità istituzionalizzata, impoverimento collettivo e negazione dei diritti primari alla salute e all’istruzione.

In un contesto difficile come questo, privo di riferimenti politici che si pongano limpidamente al servizio dei più deboli, qualsiasi esperienza auto-organizzata è un’occasione preziosa per salvaguardare dignità e valori e per mettersi in rete con esperienze differenti. Fiom e No Tav, ma anche tante altre forme di impegno sociale e civile (spesso aggredito, marginalizzato oppure strumentalizzato), meriterebbero a partire da oggi un progetto comune che parta dalle piazze, ormai così difficili da vivere, per portarsi oltre. La speranza di poter camminare insieme è anche speranza di democrazia: entrambe, e per fortuna, ci distinguono da chi non ci sarà.

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