Uno tsunami piccolo piccolo

Giovedì scorso un’onda anomala ha attraversato il basso Tirreno da nord a sud ed è stata misurata dall’Ispra (Istituto per la protezione e le ricerche ambientali) da La Spezia a Palermo. A Gaeta, per esempio, il fenomeno è durato circa tre ore, con il mare che si ritirava dalla costa di venti-trenta metri e tornava ogni tre-cinque minuti con un’onda alta quasi un metro. Gli esperti hanno parlato di piccolo tsunami per via della frequenza: superiore a quella di uno tsunami (un’onda ogni 3-5 minuti) e inferiore a quella di una tempesta (con onde a intervalli di pochi secondi). Hanno anche ipotizzato l’origine meteorologica, riferendosi a cambiamenti di clima repentini.

Sorgono almeno tre considerazioni. Si verificano manifestazioni naturali nuove, impreviste e pericolose, ma il degrado ambientale a cui si riconducono non è trattato come un’emergenza. Al contrario, invece di essere ridotto si accresce, per via di scelte irresponsabili che inseguono un utile privato e momentaneo. I media tacciono, riducono o manipolano notizie di interesse collettivo, impedendoci di guardare in faccia la realtà.

In questo caso in particolare, la scarsa rilevanza data a una notizia così grave e preoccupante poteva far pensare a una bufala estiva. E invece si trattava del solito trattamento al ribasso, riservato alle informazioni scomode o non gradite all’establishment.

In www.repubblica.it si può anche leggere che “la Protezione civile non ha voluto diramare comunicati da una parte per non creare panico sulle spiagge — tutelando, così, gli interessi degli imprenditori balneari — e dall’altra perché il fenomeno non è stato spiegato né  compiutamente compreso”. Più tranquilli di così…

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