Indietro tutta

Dagli anni ottanta l’Italia è come un treno che cammina all’indietro, lasciandosi progressivamente alle spalle un discreto livello di civiltà costruito con fatica. Dai finestrini di quel treno i manovratori hanno lanciato via conquiste e diritti. Un vortice li ha risucchiati dalla memoria di tanti che almeno li hanno conosciuti.

In circa trent’anni si è così dissipato un patrimonio di idee, valori e anche risorse, accumulando barbarie e debiti di cui nessun amministratore pubblico si ritiene oggi responsabile, mentre si accinge a buttar giù gli ultimi oggetti ingombranti: lavoro e salute, ad esempio, senza più peso e senso.

In un quadro del genere non stupisce affatto che si neghino i diritti delle cosiddette minoranze. Cosa volete che conti una coppia omosessuale non garantita… Più o meno un bruscolino, per giunta in un occhio, un piccolo fastidio e niente di più.

In questo fine settimana, tra le fiamme di un clima estivo sempre più anomalo per via dell’inquinamento, ha preso fuoco anche un’assemblea nazionale di partito: ombelicale, estenuata, fuori dalla realtà. Mentre il commissariamento di Monti & company imperversa, con tutta la forza distruttiva di una pesca a strascico in stile Regimental, e gran parte dei cittadini affronta sacrifici e incertezze senza precedenti, alcuni delegati si azzuffano sul tema dei diritti delle coppie omosessuali. Surreale. Parliamo di un partito che con il suo voto sta togliendo diritti fondamentali e mezzi di sopravvivenza a tantissimi cittadini,  omosessuali e non, mentre alcuni suoi aderenti reclamano diritti per una minoranza. Forse non si sono accorti di come va tutto il resto?

Io che ho sempre creduto nella piena legittimità civile per tutte le differenze, in passato non avrei mai immaginato di dover fare un discorso così. Ma un treno che va all’indietro disegna altre prospettive: tra non molto su tante differenze avrà la meglio una solidarietà nuova e magari più laica, mossa da un pezzo di pane da dividere e non da sfumature affettive. Se sarà meglio o peggio non lo so, né so rispetto a cosa lo sarà. Comunque sia, questa è la realtà che ci troviamo a vivere.

Ricordo che Dario Bellezza, poeta e scrittore spesosi in passato per i diritti degli omosessuali (con i radicali, con il Fuori, da solo), un giorno mi disse: “Omosessualità, eterosessualità: la verità è che tutto è nobilitato dall’amore. O tutto non ne è nobilitato. Se non c’è amore il resto non mi interessa”. Oggi riposa in un cimitero acattolico, non certo per caso.

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