Stanza numero nove

E’ passata la macchina
che strappa ogni frutto
e lo butta nel gelo,
per fortuna non tutto risucchia

questo ti dico:
non finire nel tubo dell’aspiratore,
forse in un sogno troveresti
mani buone e sicure
occhi senza un inganno
e ogni pensiero conosciuto

altro è il groviglio d’intenzioni
che forzi e ti confonde
in un antro di cranio
evita la fuga se accompagna
in regioni d’assenza
oppure contempla quadri
d’immagini ordinate
dove il vento non scorre,
tra filari di fieno
pure vivi

ora interroghi il silenzio
esaurendo domande
e combatti lo sporco
con vigore di stracci,
energia che consumi fino
al riposo perfetto

o fino all’odio che monta
come acqua forzata (1996)

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