D’amore e di battaglie

Andrea Gallo non finisce con il suo funerale, sparso tra chiese differenti per gerarchie sociali e tra chiese e piazze, anch’esse in gran parte differenti. Non finisce con foto, video e pagine di giornali costretti a parlarne perché la sua morte fa notizia. Chi crede di averlo seppellito con un necrologio buono per tutte le testate di regime, falsamente progressiste oppure ottusamente reazionarie, si metta l’anima in pace. Anche a corrergli dietro don Gallo non si acchiappa. Il suo passo è più avanti, nell’amore sconfinato per gli ultimi e per le infinite battaglie in loro difesa. Nel suo spirito straordinario, saldato alla concretezza quotidiana della sofferenza, per un suo riscatto necessario.
Don Gallo non è uguale a nessuno, mentre lascia a ciascuno un’eredità differente, un germe di pensiero su cui riflettere e lavorare. Al di là di tante inutili parole, ora lui è questo: un grande esempio di forza controcorrente e necessaria perché il sacro si faccia profano e cammini per strada con un passo nuovo, per un vero progetto di liberazione.
Chi cercherà don Gallo potrà trovarlo qui e dovunque ci sarà da combattere per un altro mondo possibile. L’altro ieri era sopra le spalle dei camalli, oggi in una fessura d’azzurro apparsa all’improvviso in un cielo di piombo: era con Carlo Giuliani, dietro una sciarpa rossa a ridere come un bambino.

Questa voce è stata pubblicata in Uncategorized e contrassegnata con , . Contrassegna il permalink.