Primo maggio di festa, ma forse mi confondo

Immagine anteprima YouTubeNegli anni Settanta ascoltavo questa canzone. Oggi mi è tornata in mente per una strofa che dice più o meno: primo maggio di festa, oggi, ma forse mi confondo. Potenza delle parole, che tornano dopo quasi quarant’anni a esprimere perfettamente uno stato di personale smarrimento. Lì ci si riferiva al Vietnam (quanti Vietnam ancora in giro per il mondo e anche nelle nostre strade, quanti sono mandati o vanno inconsapevolmente al macello), qui ci si riferisce al lavoro che dava dignità e gioia e che ora non c’è o se c’è diventa precarietà, ricatto, rischio, malattia, violenza, morte. Di lavoro si muore e di non lavoro si muore lo stesso. E allora oggi cosa si festeggia: forse i centri commerciali e i negozi aperti, la disoccupazione, il lavoro mascherato per non essere retribuito, l’Ilva, la Thyssen o Piombino, il caporalato e la manodopera nera, i tradimenti sindacali e i tentativi repressi di darsi nuove rappresentanze? Forse non è più festa o forse mi confondo…

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