Per Vittorio Nocenzi

Immagine anteprima YouTube

Pubblicato in musica | Contrassegnato , , | Lascia un commento

No more Masoch

Ieri la Grecia con il suo referendum ci ha dato una grande lezione e ha aperto una breccia nell’Europa delle oligarchie e dei poteri forti che ora sta a noi allargare. Esserne riconoscenti e felici è naturale. Nello stesso tempo, la fase che si è subito aperta è difficilissima e anche più insidiosa della precedente. Quella domanda di democrazia europea vera, espressa a maggioranza da un popolo intero, preoccupa quelle oligarchie ancor più del debito greco stesso, usato come pretesto proprio per non rispondere ad essa.
E il ricatto continua, come e peggio di prima. Non sarà la testa del ministro Varoufakis, prontamente richiesta da quella oligarchia e messa oggi all’alba sul suo piatto, a placarne la fame. In ballo c’è l’esternalizzazione della democrazia e la difesa a oltranza di un sistema neocapitalista sempre più virtuale nelle modalità ma crudamente reale nelle conseguenze.
Di questo sistema, apparentemente nuovo nell’involucro ma vecchissimo nella sostanza, si soffre e si muore come nei secoli scorsi. Con minore speranza di riscatto, perché mina alla radice le coscienze, polverizza le relazioni, mercifica e mistifica il pensiero, crea dipendenze a doppio filo con infimi giocatori d’azzardo travestiti da statisti. Questi ti chiedono la vita in bianco, per riempirla o strapparla a piacimento, come una vecchia cambiale.
Ieri un popolo ha alzato la testa e ha detto no, insegnandoci che è possibile dire basta e iniziare a cambiare. Per questo subirà attacchi ancora più pesanti e per questo, da oggi, avrà maggiore bisogno di sostegno. Non servono tante parole, serve agire concretamente.
C’è una canzone di Gianfranco Manfredi che rappresenta questo mio sentire di ora, della Grecia e di noi. Immagine anteprima YouTube

Pubblicato in crisi economica, democrazia, Grecia, politica | Contrassegnato , , , | Lascia un commento

Oxi, oxi, oxi

Monumento strage KalavritaIl referendum greco di domenica ha un valore enorme e va al di là dell’accettazione o meno delle condizioni capestro imposte da un’Europa che Europa non è. Da una parte lo strapotere di un’oligarchia di vertice sempre più aggressiva, sostenuta da qualche fantoccio in cambio di briciole e visibilità; dall’altra un popolo, depredato nel tempo da oligarchie locali e indebitato con logiche da strozzinaggio da quella stessa oligarchia di vertice e dai poteri che rappresenta. E che impone agli stati una progressiva cessione di sovranità che svuota e stravolge le democrazie, rendendole irriconoscibili. E allora che la parola torni al popolo, perché difenda la propria autodeterminazione da un’economia virtuale, malata e speculativa, in guerra con i diritti e la sopravvivenza stessa delle persone. Non si può morire, fisicamente e dentro, per il gioco d’azzardo di banche e finanza travestite da falsi politici.  Non si può accettare che a gestire gli stati sia una nuova tirannia accentratrice , che cancella principi costituzionali e tutele, servizi pubblici e libertà di espressione. Basta osservare come i media trattano le informazioni sulla Grecia per coglierne la potenza di fuoco, mossa a catena dai vertici degli interessi fino all’ultima testata giornalistica. Gravi mistificazioni riscrivono la realtà ad uso e consumo di folle impaurite, per orientarle e ridurle a servitù e merce, esattamente come i beni di tutti: ambiente, salute, lavoro, scuola, cultura. Inutile ricordare le radici culturali e ideali della Grecia, il patrimonio di natura e arte nei secoli sfruttato e saccheggiato con metodi neocolonialisti. Inutile dire quale affare rappresenti poter mettere le mani su isole e siti archeologici, in virtù di un’adesione cieca a quello che viene paradossalmente definito salvataggio. E il tutto si colora di tinte anche più fosche mentre si stanno delegittimando con ogni mezzo le rappresentanze elette, forse non abbastanza servili. I Greci hanno subito invasioni e dittature delle quali noi italiani qualcosa dovremmo ricordare. Anche per questo dovremmo seguire il loro esempio, di coraggio e dignità non soltanto politica. Tsipras in Grecia ha radici popolari mentre qui in Italia, spiace dirlo, è stato importato come un brand elettorale. E la differenza si vede. C’è tanto da imparare da chi prima di noi sta facendo esperienza di quel limite estremo e senza ritorno imposto da poteri indicibili. E c’è tanto da rispettare, anche nei passaggi più incerti e meno comprensibili. L’esito stesso del referendum e ancor prima la sua costituzionalità sono messi in discussione da pressioni quasi insostenibili, come quelle subite nelle trattative di questi ultimi mesi. Eppure la Grecia ancora una volta ci insegna la democrazia e ci mostra i pericoli: presenti, futuri, comuni. Esserle grati è il minimo.
Ecco i link ad altri post sull’argomento:
La Grecia nel cuore
In Grecia e in Italia
L’altro mare di Angelopoulos
Strozzini d’Europa
Di élite si muore
Oggi soffia il meltemi

Pubblicato in crisi economica, democrazia, Grecia, politica | Contrassegnato , | Lascia un commento