Trovatemene uno

Trovatemene uno in Italia – regista, scrittore, artista o cosiddetto intellettuale (cioè appartenente a una categoria discutibile, eppure sempre più ampia e dipendente da sistemi di potere, poltrone e riconoscimenti, da cordate partitiche e appelli sottoscritti per conclamata aristocrazia) che rifiuti un premio in nome della propria coerenza.
Spine dorsali così dritte non se ne trovano, piuttosto si sa prima come si deve realizzare un’opera che faccia contenti finanziatori, critici e mercato, e si segue fino in fondo la scia maleodorante nella speranza di fare bingo. E se non lo si fa ci si offende pure, perché un autore politicamente corretto andrebbe per forza di cose premiato, senza considerare che la schiera dei politicamente corretti è così fitta che i premi non bastano più.
Trovatemene uno in Italia capace di un no forte e chiaro quando l’establishment ti chiama su un palco per consegnarti un minuto di gloria: per me non lo troverete.
E infatti capita guarda caso con un regista non italiano, Ken Loach, che a questo punto andrebbe ringraziato non soltanto per i film belli e coraggiosi che ha fatto, ma anche per un gesto esplicito e motivato che dovrebbe ricordarci, prima di essere liquidato in fretta da dichiarazioni superficiali e di convenienza, di quale pasta dovrebbe essere un uomo e un artista.

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