I non rappresentati

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La sovranità appartiene al popolo, così dice la nostra Costituzione, e non a chi è stato eletto con una legge tranello che impedisce di scegliere i propri rappresentanti. Oggi si arriva al paradosso che gli eletti scendano in piazza insieme a tanti cittadini per difendere una Costituzione del cui mancato rispetto sono uno degli esempi più evidenti.

Quegli eletti, poi, per gran parte inamovibili da poltrone pluridecennali prima di maggioranza e poi di opposizione inefficace e spesso collusa, hanno nel tempo svenduto parte del sistema pubblico di cui la scuola è un cardine, e con essa tante conquiste che avevano le loro radici proprio nei principi costituzionali.

Le loro gravi responsabilità non vanno mai dimenticate, neanche nell’attuale emergenza democratica, che invece richiederebbe una forte coesione e nessun distinguo.

Invece distinguere è necessario, soprattutto ora che le piazze tornano ad animarsi per un bisogno di futuro differente e non gattopardesco.

Detto con parole più esplicite, l’attuale classe politica è impresentabile dovunque, in Parlamento come nelle piazze, non avendo l’integrità e la forza di rappresentare i valori costituzionali di questo paese.

Quegli studenti che non si sentono rappresentati esprimono realismo e prudenza: c’è da augurarsi che siano da esempio, per diffidare dei manifestanti di comodo e per fidarsi soltanto di chi vuole un vero cambiamento.

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1 risposta a I non rappresentati

  1. caterina scrive:

    Basti pensare al Ministero della Pubblica Istruzione, che ha perso il suo attributo (ma guarda un po’!) con il governo Berlusconi, nel 2008. La nuova definizione era però già prevista dalla Legge Bassanini del 1999 (la Bassanini quater).
    Le parole non sono mai neutre…

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