Diamoci da fare

Le persone che non conoscono l’amore e il rispetto per l’umanità si estingueranno: questo il messaggio utopico lanciato in aria da Jacopo Fo al termine della orazione civile dedicata a sua madre Franca Rame. Conoscendo da tempo l’impegno quotidiano di entrambi so bene che non si tratta di parole ma di sostanza e concretezza.
Anch’io sono convinta che alla fine questo mondo lo cambieremo, non so quanto tempo ci vorrà ma lo cambieremo. Se ci si cala con spirito di servizio nelle tante realtà del volontariato, dell’impegno sociale e delle aggregazioni spontanee, in cui si esiste e intanto si resiste, si scopre un mondo differente da quello che i media ci mostrano per toglierci consapevolezza e speranza.
Tanto si sta facendo dovunque, per molti di noi la strada è presa e si tratta solo di continuare. Quello che è più difficile è collegarci in un progetto organico di società e liberarci da modelli di partito pericolosi per la sopravvivenza stessa di qualsiasi spinta al cambiamento. Altro non c’è da dire, c’è piuttosto da fare.
Oggi è il 2 giugno, giorno dell’ennesima, retorica e costosa parata dell’esercito, copertina patinata stesa sopra i finanziamenti di armi e gli interventi militari all’estero. Non ho avuto la forza di inserire qui un link al video di Franca Rame che interviene sull’argomento in Parlamento prima di dimettersi: disattenzione intorno a lei e poco rispetto, proprio un brutto spettacolo. Se vogliamo, l’ennesima prova che il cambiamento prima va costruito nella società e poi portato in un Parlamento che ne sia diretta espressione. Quindi, come direbbe lei e come dice Jacopo, diamoci da fare.

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