Stanza numero uno

Ballano e cadono gli uomini di Mosca
la realtà scatta e poi soccombe
ora si pone una domanda
sul destino dei corpi:
avrà un senso quel moto
spinto alle giunture
quell’alzarsi delle braccia in aria
elettriche, come di rana
in un esperimento?

ciascuno cede in un punto assegnato
è un abbattersi a terra dopo un passo doppio
trattenuto nel sangue
buona la scena per un palco soltanto
buona la morte plastica del cigno
che accartoccia le ali
forse il poeta cercava verità
in un grumo di vene
e il resto via, dio l’uomo e il vuoto
dentro un solo pensiero

ora schiarisce dalla quinta alla strada
una luce di luna che raccogli
lentamente dall’acqua
il mare è ovunque sopra i ciottoli bianchi
se sollevi lo sguardo un’incisione più netta
ti sorride dal buio, sembra un ventre
accennato che si stacca

stessa del diciassette quella luna,
altra rivoluzione…   (1996)

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