Stanza numero diciannove

Materassi accostati nella stanza
degli ospiti per un terremoto,
quando ci fu la guerra
continuarono i giochi?
quarantena nella casa vicina
al confine di campagna, si
arrivava spingendo un carretto
niente bambole, dici, solo
cani galline e lavori pesanti al
quartier generale dei tedeschi
quando saltò il paese tu
cullavi un pulcino e lui spalava,
macerie più vicine o lontane
per questione di classe

c’è poi differenza tra sfacelo degli
uomini e segno violento di natura?
come guardava l’antenato un nuovo
inizio sulle terre riemerse
e poi un civile la coda esplosiva
di un’atomica?
come oggi, con la morte che fruga
tra pannelli e forati di periferie
molli, nei crolli di una resa totale
al primo cedimento del sistema,
piegate sui corpi senza nome
di chi non sfolla e si ammucchia (1996)

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