Giovinezza, giovinezza

Renzi Boschi PolettiUna classe politica incapace e disonesta, schierata per proprio interesse con i potentati economico-finanziari, non può che produrre odio sociale.
Il livello di guardia, già alto, è destinato a crescere con le ripetute aggressioni ai sistemi di partecipazione e di rappresentanza, di garanzia dei diritti fondamentali e dei beni necessari per la sopravvivenza.
Il Presidente del Consiglio e i suoi collaboratori, privi di sostanziale legittimazione democratica ma sostenuti dalla parte più corrotta e deviata del paese, avanzano con passo marziale smorzato nei toni da operetta di un sistema mediatico asservito. Il loro attacco è veloce e concentrico, incurante di qualsiasi confronto, offensivo e dannoso per milioni di persone.
Sacrifici e privazioni aumentano insieme al debito pubblico e nessuno si presenta come vero responsabile degli uni e dell’altro. Pare che gli uni e l’altro, senza storia, piovano dal cielo insieme ai cambiamenti climatici e al dissesto idrogeologico, mentre va in onda la gloriosa interpretazione delle grandi opere, consegna diretta delle mafie alle mafie, in un circolo chiuso che ben rappresenta, in scala, l’intero sistema Italia.
Il racconto, la narrazione, lo storytelling: con quante belle parole ci parla il potere, insieme a quelle frange di apparente critica che di esso si sono nutrite e continuano a nutrirsi.
Così ci viene consegnata una rappresentazione dei fatti sostanzialmente falsa, perché risulti digeribile anche agli stomaci più esigenti. Come quell’irresistibile ascesa della giovinezza che buca lo schermo con trendy style, nuova retorica e assenza di rughe, nascondendo dietro camicie bianche e tubini, smartphone e sorrisi a denti sani, tutte le seconde file dei rottamabili-intoccabili (di quanti ossimori ha bisogno la finzione totale), per interessi indicibili di continuità e di affari.
Questo è il nuovo che avanza, distruggendo le conquiste di altre generazioni con ben altri valori. E’ simbolico il fatto che, esattamente alla vigilia di Natale, i giovani al governo e le loro seconde file abbiano messo in un pacco dono i rottami dell’art. 18. Chi l’avrà poi portato sotto l’albero di Confindustria e di tutti i poteri, visibili e invisibili? Chissà, forse Renzi stesso, magari accompagnato da qualche giovane donna dal viso apparentemente innocente e dal sorriso suadente, in rappresentanza di quella nullità totale e insieme pericolosissima che li accomuna.
E mi domando: avranno almeno un’idea delle gravi conseguenze che le loro giovani decisioni produrranno in esseri umani di ogni età e di ogni condizione sociale? sapranno cosa significa vivere alla giornata, sotto il ricatto di un sistema che unisce padroni e istituzioni come non mai, in nome di un’irresponsabilità comune e crescente? sanno quegli italiani che oggi sostengono questo governo quale sarà il prezzo altissimo che anche loro si troveranno a pagare? e sanno che quando se ne accorgeranno sarà troppo tardi?
Una giovane cavalcata nelle praterie che si aprono al passo non è un gioco da ragazzi ma una delega pericolosa a unire il massimo del vuoto al massimo del danno sociale. Prospettiva inquietante, come un certo passato che torna: giovinezza, giovinezza…

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