Tocca fare da soli

Il risultato delle ultime amministrative e dei referendum ha mostrato che cittadini e movimenti ragionano con la loro testa. Quando si tratta di difendere i beni collettivi, sono capaci di tirare dritto nonostante i depistaggi, gli ostruzionismi e i doppi giochi dei partiti. Sanno spingersi fino alla politica vera, che parte da valori irrinunciabili e da un confronto continuo con i bisogni reali. A loro fa da contraltare l’indecenza di esponenti dell’opposizione in avvicinamento a forze di governo che, per i disastri compiuti, andrebbero invece accompagnate in esilio. Tali strateghi persistono nell’indicare tattiche da nomenclatura, ignorando interi settori della società in fermento, come in Val di Susa, dove i cittadini si autodeterminano, o nei Quartieri spagnoli di Napoli, dove caricano da soli i sacchi dei rifiuti sui camion della spazzatura.

Quanti amministratori di centro-sinistra, al governo locale di Napoli fino a ieri, hanno mandato un aiuto qualsiasi o un messaggio di solidarietà al nuovo sindaco alle prese con l’emergenza rifiuti (che è poi anche l’emergenza camorra)? Anche gli amministratori più giovani, messi a sedere su vecchie poltrone per millantare un nuovo corso, non si comportano diversamente. Sembrano polli d’allevamento, tirati su a mangime e compromesso, specie di Dorian Gray in double-face: da una parte stilnovisti e trendy, dall’altra devastati dalle eredità dei padri padroni impegnati a litigare sul proprio posizionamento (dove mi metto? a sinistra, a sinistra del centro, al centro o a destra del centro?) e sulla scelta del leader (va bene con le “primarie”, con tanto di cordata e scalata, ma poi chi mette la bandiera in cima e piglia tutto?).

Vista la situazione dei partiti, l’unica alternativa possibile è che siano i movimenti e i cittadini sparsi, tutti insieme, a fare politica e anche partito. Internet aiuta, favorendo la comunicazione e l’organizzazione tra pari.  I Movimenti per l’acqua, a questo proposito, sono un’esempio prezioso di come agire e coordinarsi per raggiungere obiettivi concreti. E tanti altri ce ne sono, pieni di idee e di attività in ogni settore, pronti a liberarsi della mediazione dei partiti. Mancano alcuni passaggi (un coordinamento, un programma comune, la rotazione nei ruoli di rappresentanza) del tutto ragionevoli e possibili. Ormai è chiaro che il primato del cambiamento può spettare solo a loro e a chi vorrà sostenerli.

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