Nessuna conquista è per sempre

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Nessuna conquista è per sempre: così diceva Maria, figlia di uno dei sette fratelli Cervi fucilati dai fascisti. E aveva ragione. Vivere nelle proprie convinzioni non basta, occorre tanta attenzione nell’osservare i cambiamenti, tanta forza di volontà per contrastare quelli negativi e per battere strade differenti. Il più delle volte sono strade così in salita che non basta una vita per percorrerle tutte o per incontrare almeno una discesa che aiuti a riprendere fiato. Non fa niente, l’importante è provarci, e potersi dire fino all’ultimo giorno: io ci ho provato.

La Liberazione non è così lontana nel tempo eppure quello che significa concretamente si è perso nella totale dissipazione dei valori sui quali la nuova società si era fondata. Non siamo stati né buoni custodi né buone staffette, e il testimone della Resistenza che non passa di mano rischia di finire sottoterra insieme agli ultimi partigiani ancora in vita. Per unire la vita di un anziano e quella di un giovanissimo c’è rimasto pochissimo tempo, occorre un patto di memoria e di esempio da stringere in fretta. Le generazioni di mezzo non sembrano buone intermediarie, se lo fossero state oggi avremmo un paese meno fascista e razzista.

Mi torna in mente il mio primo 25 aprile passato in un comune di destra: per caso, in Liguria, ormai più di dieci anni fa. Lì ho sperimentato lo spaesamento che si prova di fronte a politici che se ne infischiano dei morti ammazzati e delle libertà conquistate. La banda cittadina suonava marcette mai sentite e l’inno di Mameli con scarsa convinzione. Una donna che mi era vicina si sentì in dovere di spiegare la brutta trasformazione del suo paese concludendo: come ci siamo ridotti, questi l’anno prossimo aboliscono anche la commemorazione.

Anni dopo sarei andata a vivere proprio in una città di destra. Lì il dolore per quel che si è perso diventa ogni giorno più sordo e più profondo, una specie di male che non si cura. Eppure una strada dovrà esserci, mi dico, una strada si troverà. Intanto cammino, e consumando scarpe resisto.

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