Genova e i gattopardi

I fatti di Genova sono uno dei tanti pezzi di passato oscuri e irrisolti di questo paese. Come il relitto d’un DC-9 abbattuto o come i frammenti di bombe ancora prive di paternità, quel pezzo di passato ha seminato morti e feriti, depistaggi, ingiustizie e false verità.

Basti pensare a due vicende giudiziarie giunte di recente in Cassazione con esiti molto differenti: nemmeno un giorno di carcere per le forze dell’ordine che hanno aggredito e massacrato a freddo manifestanti che stavano dormendo alla scuola Diaz; decine e decine di anni di carcere per manifestanti colpevoli di avere danneggiato cose ma non persone.

Basti inoltre pensare all’uccisione di Carlo Giuliani e allo scempio del suo corpo, per cui non s’è celebrato nemmeno un processo.

Questa è l’Italia, un paese incivile dove ogni volta occorre ricordare quello che vorrebbero farci dimenticare. Come l’avvio pacifico delle manifestazioni di Genova, nonostante l’avessero ridotta a uno scenario finto, spettrale, militarizzato oltre ogni ragionevole misura; come le immagini gioiose del corteo dei migranti.

Tutto era cominciato così, con un mondo in movimento alla ricerca di un futuro invece negato dai potenti della terra. Quale regia oscura ha poi cambiato il corso delle cose? Quale volontà perversa ha pianificato a tavolino la trasformazione di un appuntamento straordinario in una trappola mortale e nell’annichilimento collettivo degli anni a venire?

La risposta a queste domande è in una lista di personaggi che più o meno conosciamo: fermi ai loro posti da tempo immemorabile, si stringono intorno a emergenze che loro stessi procurano per autoconservarsi e spartirsi poltrone e decisioni. Oggi come in passato, e tutti insieme perché nulla cambi.

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