Insieme agli studenti

studentiBisogna stare tra gli studenti per respirare aria nuova. Specie quelli medi, leggeri e aperti come un libro che si sta scrivendo, sempre in cerca di esempi da assorbire con empatia e senso critico. Per niente omologati o storditi dalla rete come qualcuno pensa, hanno una grande curiosità che fa saltare anche le connessioni più tossiche.
Anche per questo i loro inviti alle autogestioni e alle occupazioni scolastiche sono per me una benedizione. Vado e porto quello che ho: qualche laboratorio, un po’ di esperienza e tanta fiducia.
Ieri, ad esempio, ero in una grande scuola per fare insieme agli studenti un piccolo viaggio nella poesia contemporanea. Che poi è diventato anche altro, come sempre accade quando le esperienze si costruiscono insieme: leggendo Brodskij o Walcott si è parlato anche di sé e di un futuro possibile.
Era una giornata bellissima, il sole asciugava le colline martoriate da un nubifragio omicida. Nonostante le infiltrazioni d’acqua e i sacchi di plastica stesi qua e là per proteggere le attrezzature, in quella scuola circolava un sano fermento, un cercare di capire che si respirava a pieni polmoni. Una vera manna per noi grandi, sempre alle prese con apnee impossibili e rare bombole d’ossigeno.

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