La biblioteca di Tranströmer

Esco dalle poesie di Tomas Tranströmer disorientata dalla potenza inedita delle immagini, dalle metafore che disegnano un mondo così altro, e così suo, da scoraggiarne quasi la frequentazione. Così mi ritrovo a testa piena e a mani vuote, vuote di quella realtà di idee e di sentimenti umani che il nomadismo delle forme dovrebbe condurre per nuove strade, di critica e di cambiamento. Sono forme, le sue, da studiare per i continui esempi di sconfinamento (da un limite che, più che superato, viene fatto esplodere in esiti creativi originali), ma imbrigliate in una metafisica di sé e della propria personale esperienza poco aperte alla realtà sociale e a qualsiasi poetica che tenti di esprimerla.
Forse, però, queste riflessioni nascono da un mio limite: non sempre, entrando nella poesia, si sceglie la porta giusta. A volte bisogna riprovare, magari dopo un po’ di tempo, dopo aver fatto vuoto di urgenze o aspettative condizionanti.
Oggi, invece, di Tranströmer sento più vicine le poche prose, essenziali e autobiografiche, uscite per Iperborea con il titolo “I ricordi mi guardano”. Amo soprattutto le pagine dedicate alla biblioteca, ospitata nella Casa del cittadino di Stoccolma,

“a muro a muro con i bagni pubblici. All’entrata si respiravano i vapori delle vasche, l’odore di cloro che penetrava dagli sfiatatoi e si sentivano le voci lontane echeggiare nelle piscine. C’è sempre un’acustica meravigliosa nei bagni pubblici. Il tempio della salute e i libri erano vicini, mi sembrava meraviglioso” (p. 37-38)

Il calore dell’acqua, l’odore e le voci, di corpi e di libri: pagine che quasi spariscono ritornando realtà, diventando di tutti. Un po’ come la poesia, a volte…

Pubblicato in letteratura | Contrassegnato , , | Lascia un commento

Oggi sciopero generale

Dopo la legge di stabilità, con cui il governo delle larghe intese ha riaffermato le politiche antipopolari e la logica dell’austerity, l’USB chiama allo sciopero tutte le lavoratrici e i lavoratori di tutte le categorie del pubblico e del privato, i pensionati, i senza lavoro, i precari, i migranti:
contro le drastiche ricette del FMI, della BCE e dell’Unione Europea che in nome della stabilità monetaria impongono al nostro paese rovinose politiche sociali;
per un serio piano nazionale sull’occupazione basato su opere socialmente necessarie;
contro ogni forma di precarietà, per il rilancio qualificato di una pubblica amministrazione al servizio dei cittadini, indipendente da potentati economici e politici;
per lo sblocco dei contratti del pubblico impiego e per un rinnovo reale dei contratti del settore privato;
per seri aumenti salariali e pensioni adeguate a sostenere una vita dignitosa;
per la nazionalizzazione delle aziende strategiche, contro la privatizzazione dei servizi pubblici;
per un fisco equo che scovi gli evasori e riduca la pressione fiscale sui lavoratori dipendenti e sulle fasce più deboli della popolazione;
per la difesa della scuola, dell’università, della ricerca e della previdenza pubblica;
per la regolarizzazione generalizzata di tutti i migranti e l’abolizione della Bossi Fini;
per la democrazia nei posti di lavoro.
Dalle sedi regionali dell’USB sono attesi a Roma oltre 100 pullman per il corteo, con concentramento in piazza della Repubblica alle ore 10.00, che percorrerà piazza dei Cinquecento, via Cavour, piazzale dell’Esquilino, piazza Santa Maria Maggiore, via Merulana, viale Manzoni, via Emanuele Filiberto, per approdare in piazza San Giovanni.
Dietro lo striscione di apertura dei sindacati promotori, il corteo sarà aperto dal coordinamento dei migranti e rifugiati seguiti dai lavoratori dell’ILVA di Taranto e dai Vigili del Fuoco in divisa. Ha dato la propria adesione anche il Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua.
Sul palco in piazza San Giovanni si alterneranno gli interventi di lavoratori e rappresentanti sindacali.
Dalle ore 16.00 nella piazza partiranno i dibattiti sui seguenti temi: Precariato nella P.A., Mutualismo e conflitti verso una nuova confederalità sociale, Rompere con la UE!, Amnistia per le lotte sociali, Migranti e rifugiati, Democrazia nei luoghi di lavoro, Zero rifiuti, Carta costituzionale o Costituzione di carta?
Dalle 19.00, il contributo degli artisti che hanno dato il loro sostegno allo sciopero generale, fra cui Banda Bassotti, 99 Posse, Ascanio Celestini, Assalti Frontali, Banda Popolare dell’Emilia Rossa.
Una “acampada” in piazza San Giovanni traccerà il ponte con la manifestazione di sabato 19 ottobre.

Pubblicato in Uncategorized | Contrassegnato | Lascia un commento

Tutto è già successo

E’ già successo: un piccolo impero di sodali di infima categoria, tra vuoto spinto e vario putridume, ci ha mostrato l’abisso nelle sue varietà più grottesche e caricaturali, come se abisso non fosse, né crollo verticale di vite e realtà ma sospensione lieve, in superficie: semplici casualità, vacui sorrisi, fine delle responsabilità. Come in una tv, come nei nastri trasportatori di immagini a ciclo continuo che non risalgono gli occhi fino alla mente né scendono nel cuore ma restano lì, impigliate in chissà quale microtessuto di regressione umana, inedita e imponderabile. Tutto è già successo: il golpe lento tra ville e divani interclassisti; la dignità abolita per legge; la morte sparsa un po’ a caso (perché fa più paura) e un po’ con precisione, per smaltire le eccedenze e i fastidi. Scarti tolti di mezzo, corpi comprati. Di minorenni, anche, pedofilia di nuova generazione: pulita, elegante, leggera come bollicine da flûte. Come una barzelletta, come una canzoncina. Niente a che vedere con gli imperi che furono: lì scorreva più sangue. E dunque accontentatevi, direbbe qualcuno.
Tutto è già successo: il mare una discarica di bombe in rimanenza, di migranti affogati (colpa loro, imparino a nuotare o a chiedere aiuto in italiano, direbbe qualcuno), di pesci imbottiti di nuovo nutrimento; il lavoro che non c’è, il lavoro che uccide, il lavoro che cuce le bocche; gli ospedali, le scuole e le carceri in malora, il cemento e i soldi per feste e promesse di felicità: la porchetta, la tessera e l’aiutino; la campagna sparita, gli inceneritori, l’amianto; le cooperative e le compagnie, delle opere e non solo, così solidali tra loro: una mano lava l’altra e tutte e due lavano via le prove. E poi in Parlamento: l’eversione istituzionale, la coca, la mafia, gli affari e i ricatti, gli inquisiti e i condannati, i voti che si comprano, i voti che si vendono, i voti che non contano, i pianti di chi intanto fotte, le bugie e i depistaggi. Le recite e le minacce, i virus purulenti consegnati alle vestali del giornalismo perché il contagio si espanda. E la paura cresca, e la servitù cresca.
Tutto è già successo: bambini abbandonati e morti, adulti sequestrati e massacrati dalle forze dell’ordine, bambini e adulti ceduti dallo Stato ai loro persecutori. Lo Stato si svende, dopo aver tolto di mezzo i diritti che nessuno gli comprerebbe. La liquidazione è in corso, nelle mani di alcuni zelanti al servizio di cupole allo scoperto.
Tutto è già successo e semplicemente continua, in un finale senza fine che toglie il respiro.

Pubblicato in Uncategorized | Lascia un commento